Conferenza GARR 2019 Connecting the future

Politecnico di Torino, 4-6 giugno 2019

Si avvicina l’appuntamento con la conferenza GARR che dal 4 al 6 giugno presso il Politecnico di Torino ospiterà le migliori esperienze di innovazione in rete nel settore dell’istruzione, della ricerca e della cultura.

Da oggi è possibile iscriversi a Connecting the future, questo il titolo dell’edizione 2019, che sarà l’occasione per esplorare le opportunità e le sfide tecnologiche nella ricerca multidisciplinare.

Fino al 15 aprile è possibile presentare un contributo tramite la call for papers.

I temi centrali della conferenza spazieranno dalla cybersecurity all’intelligenza artificiale, dalla conservazione dei dati alla loro valorizzazione, dalla formazione alla scienza aperta. La conferenza sarà quindi l’occasione per presentare esperienze di innovazione e spunti di riflessione per il mondo dell’università, della ricerca, della scuola, della sanità, dei beni culturali.

Il programma è ricco di keynote speaker di rilievo internazionale.

Il sito dell’evento è https://www.eventi.garr.it/it/conf19 .

Opportunità di formazione

Il 3 giugno sarà interamente dedicato alla formazione con corsi sulla sicurezza informatica, per la realizzazione di materiali multimediali per la didattica e un corso sul public speaking per la ricerca.

Spam in calo, ma rappresenta oltre la metà del traffico email

Secondo una rilevazione svolta dai ricercatori di Statista il fenomeno dello spam avrebbe subito un calo del 4% nel corso del 2018, nonostante ciò il traffico generato attraverso l’invio di massaggi indesiderati (junk mail) corrisponderebbe ad una quota parte pari al 52% sul totale. Oltre il 74% dello spam circolante nel periodo considerato avrebbe superato i 2 KB di peso.

Il contributo negativo più rilevante in questo campo verrebbe dato dalla Cina, con un market share del 12% calcolato sull’intero traffico mondiale di posta indesiderata. Al secondo posto gli Stati Uniti con il 9% e al terzo, un po’ a sorpresa, la Germania con il 7%. Contrariamente a quanto si potrebbe pensare la Russia, e in generale le realtà dell’Est Europa, parteciperebbero per una quota solo marginale.

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