Il museo di archeologia informatica
L’informatica in Italia ha avuto all’inizio uno sviluppo abbastanza lento. Si è avuta poi nel tempo una rapida evoluzione che ha influenzato la società, le persone, l’economia come la politica, i giochi, i modi per passare il tempo, tutte le professioni, il lavoro, il modo di agire e di pensare.
Qualche appassionato ha cominciato allora, in Italia come all’estero, a collezionare esemplari di vecchi calcolatori, stampanti, apparecchiature elettroniche, conservandole, catalogandole e addirittura rimettendone in funzione parecchie.
Anche a Frascati, presso il Centro Enea, per mano dei ricercatori G. Ronci e A. Perozziello, è stato creato un piccolo museo dell’informatica e dell’elettronica, che parte dalla collezione di parecchie e diverse valvole termoioniche fino alle blade multicore di penultima generazione.
Chi vuole, su prenotazione, può visionare i computer analogici (parti) e digitali, gli strumenti di elettronica, i sistemi di grafica utilizzati negli ultimi sessanta anni dai ricercatori ENEA.
E’ un viaggio nella evoluzione dell’informatica dalla memoria a nuclei di ferrite, all’oscilloscopio a valvole, fino ai processori multicore.